Buoni postali: Poste Italiane risarcirà una famiglia per 30.000 euro
Avevano investito i risparmi di una vita e oggi si sono visti riconoscere i loro diritti.
Era il 2001 quando due coniugi genovesi decidevano di investire i loro risparmi, 20.000.000 delle vecchie lire, in Buoni Postali. Queste somme sarebbero dovute triplicare dopo 14 anni: questo era il contratto stipulato con Poste Italiane.
Alla scadenza dei buoni, l’amara sorpresa: un Decreto del Ministero del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione Economica aveva modificato la disciplina dei buoni, prevedendo un interesse lordo pari al 35%, non già il triplo della somma investita. Pertanto, a fronte dell’investimento di venti milioni di vecchie lire, circa € 10.330,00, gli investitori avrebbero avuto diritto alla minor somma e cioè poco più di € 13.000,00.
Rivoltisi al Codacons della Liguria, hanno citato in causa Poste Italiane, che si vede ora condannata a restituire, come da accordi iniziali del 2001, l’importo investito triplicato, ovvero circa € 30.000,00 .
“La sentenza ha dato pienamente ragione ai risparmiatori”, riferisce l’Avv. Diana Barrui, presidente Codacons Liguria, che ha patrocinato la causa, “stabilendo che nella disciplina dei buoni postali fruttiferi il vincolo contrattuale tra emittente e sottoscrittore dei titoli si forma sulla base dei dati risultanti dal testo dei buoni; il contrasto tra le condizioni apposte sul titolo e quelle stabilite dal D.M. dev’essere risolto dando prevalenza alle prime”.