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Nuovo digitale terrestre: tra il 2020 e il 2022 uno nuovo switch off

Ormai è certo, siamo alle porte di un nuovo switch off per la TV che avverrà fra il 2020 e il 2022: si passa al DVB-T2 codec HEVC.

Come specificato nella legge di stabilità, per attivare il 5G, la tecnologia di telefonia mobile che permette di navigare su internet ad una super velocità, è necessario utilizzare la banda a 700MHz, ora usata per le trasmissioni televisive. Per far continuare le emittenti a trasmettere in digitale terrestre occorrerà comprimere la potenza trasmissiva utilizzando il DVB-T2 codec HEVC al posto dell’attuale DVB-T.

Sarà uno switch off drastico  perché le due modalità trasmissive non possono convivere e sarà  necessario spegnerne una per accendere l’altra.  I consumatori, quando le emittenti useranno  solo il DVB-T2, con l’antenna terrestre non vedranno più nulla se non avranno un televisore o un decoder DVB-T2 con codec HEVC.
Dopo 6 anni dal precedente switch off, si chiedono quindi nuovi sacrifici ai consumatori e Adiconsum ritiene sia indispensabile ridurli al minimo.

L’evoluzione tecnologica è indispensabile, lo chiede anche l’Europa, ma l’assistenza agli utenti deve essere massima, l’informazione precisa e gli incentivi devono essere erogati con giustizia ed equità.

Il modo di fruire i programmi televisivi è, per fortuna,  cambiato, dichiara Mauro Vergari – Responsabile settore comunicazione e nuove tecnologie di Adiconsum –  e tali cambiamenti devono venire in aiuto al prossimo switch off, limitando l’acquisto di nuovi prodotti. I contenuti televisivi oggi possono essere visti attraverso internet, il satellite ed anche mediante l’antenna terrestre. Le tecnologie si integrano fra loro, concorrono a garantire la visione ai consumatori, riducendo fortemente le attuali stime circa la necessità di acquistare nuovi televisori o decoder.

Occorre avere uno sguardo d’insieme tenendo presente quanto si sta facendo in Italia  per sviluppare la fibra e la banda ultra larga, l’evoluzione delle piattaforme televisive satellitari  e le nuove modalità  di impiantistica per ricevere contenuti multimediali nelle case.
Adiconsum ritiene sia necessario, come afferma il Presidente Carlo De Masi – creare, subito, una cabina di regia dove tutti gli attori coinvolti si parlino, compresi ovviamente i consumatori, e trovino soluzioni.

Nell’immediato, continua Vergari, è urgente fornire ai consumatori informazioni corrette sulle tipologie di televisori da acquistare, garantendo la compatibilità con il prossimo switch off.
Con molta probabilità occorre realizzare dei nuovi bollini da apporre sui televisori per garantire la scelta del consumatore e preparare idonee campagne informative.

De Masi, a nome di Adiconsum, chiede al Ministro Calenda e al Sottosegretario Giacomelli,  come avvenne nel precedente switch off, che il MISE riorganizzi il CNID, ovvero  il Comitato Nazionale Italia Digitale (composto dai rappresentanti dell’Autorità per le Garanzie delle Comunicazioni, delle Regioni, delle associazioni di Tv locali e delle emittenti nazionali, dalle piattaforme satellitari, dai fornitori di accesso a internet, dei produttori, distributori e consumatori), permettendo agli stakeholder di collaborare alle necessarie strategie per realizzare un corretto switch off.

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Etichette: obbligo di origine per conserve e derivati del pomodoro

Nuovo provvedimento in tema di tracciabilità alimentare. Nei giorni scorsi il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina e il Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda hanno firmato il decreto interministeriale per introdurre l’obbligo di indicazione dell’origine dei derivati del pomodoro. Sughi, conserve e salse dovranno indicare in etichetta il paese di coltivazione e quello di trasformazione del pomodoro; solamente se tutte le operazioni avvengono in Italia si potrà indicare in etichetta: “Origine del pomodoro: Italia”.

I provvedimenti prevedono la sperimentazione per due anni del sistema di etichettatura, come già avvenuto per i prodotti lattiero caseari, per la pasta e per il riso. Il decreto si applica ai derivati come conserve e concentrato di pomodoro, oltre che a sughi e salse che siano composti almeno per il 50% da derivati del pomodoro.

Nello specifico, la nuova normativa prevede che i derivati del pomodoro, i sughi e le salse indichino  obbligatoriamente in etichetta:

  • Il Paese di coltivazione del pomodoro (dove il pomodoro viene coltivato) e il Paese di trasformazione del pomodoro (dove è stato trasformato).
  • Se queste fasi avvengono nel territorio di più Paesi possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: Paesi UE, Paesi NON UE, Paesi UE E NON UE. Se tutte le operazioni avvengono nel nostro Paese si può utilizzare la dicitura “Origine del pomodoro: Italia”.
  • Le indicazioni sull’origine dovranno essere apposte in etichetta in un punto evidente e nello stesso campo visivo in modo da essere facilmente riconoscibili, chiaramente leggibili ed indelebili.
  • Le aziende avranno il tempo di adeguarsi al sistema e di smaltire le etichette e le confezioni già prodotte.

Come precisa il Ministero delle Politiche agricole, il decreto decadrà in caso di piena attuazione dell’articolo 26, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 1169/2011 che prevede i casi in cui debba essere indicato il paese d’origine o il luogo di provenienza dell’ingrediente primario utilizzato nella preparazione degli alimenti, subordinandone l’applicazione all’adozione di atti di esecuzione da parte della Commissione, ad oggi non ancora emanati.

“A livello generale” come sottolinea Alberto Martorelli – Vice Presidente Lega Consumatori Liguria e membro della Direzione Nazionale nel settore sicurezza alimentare “Il provvedimento costituisce un ulteriore passo in avanti in materia di trasparenza e tracciabilità dei prodotti, in quanto rafforza la gamma delle informazioni indispensabili per garantire ai consumatori adeguati standard di sicurezza alimentare; elemento questo confermato dai dati caratterizzanti una recente consultazione pubblica online fatta dal Mipaaf, secondo cui per l’82% dei cittadini èimportante conoscere l’origine delle materie prime”.

Altro aspetto da evidenziare è che la misura riguarda uno degli alimenti più rappresentativi dell’eccellenza Made in Italy in tutto il mondo.

Occorre comunque sottolineare come il lavoro da svolgere in tema di trasparenza e tracciabilità sia ancora lungo e pieno di ostacoli, anche in considerazione del fatto che è indispensabile estendere simili provvedimenti normativi agli altri Paesi, garantendo una maggiore uniformità tra la regolamentazione nazionale e quella comunitaria.

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Bonus Energia: semplificazione e automatismo nell’erogazione

Si discute molto, in fase di definizione della Legge di Bilancio, del bonus gas ed energia. Misure importanti, in grado di dare un concreto sollievo alle famiglie che versano in difficoltà economica.

Da anni avanziamo al Governo proposte tese a modificare tali agevolazioni, chiedendo in particolare un meccanismo di automatismo ed una seria opera di semplificazione.

Nel dettaglio, a maggior ragione alla luce della marginale richiesta dei bonus rispetto alla platea degli aventi diritto, abbiamo rilevato l’opportunità di disporre un incrocio dei dati tra fornitore di energia e Agenzia delle Entrate per erogare, in maniera del tutto automatica il bonus gas ed il bonus energia.

Al fianco di tale automatismo, inoltre, è necessario disporre una semplificazione della procedura di rinnovo, inviando annualmente al beneficiario una richiesta di autocertificazione di sussistenza delle condizioni economiche che gli hanno dato diritto al beneficio del bonus.

Tali operazioni si rivelano essenziali in ragione della crescente povertà energetica nel nostro Paese, messa in luce dalle più recenti ricerche in tema.

Semplificando e rendendo automatiche le modalità di accesso ai bonus, infatti, si avrebbe un duplice, importante risultato: da un lato si travalicherebbero gli ostacoli e le lungaggini burocratiche che spesso rappresentano un forte freno alla presentazione delle richieste, dall’altro non si dovrebbero costringere gli aventi diritto a superare le proprie remore ed i propri timori nel dover rivelare agli uffici comunali informazioni sensibili relative alle proprie condizioni economiche (creando situazioni di forte imbarazzo, specialmente nei piccoli centri).

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Sportello Lega Consumatori Genova per bollette gas e luce

Importante novità per rafforzare la tutela dei consumatori nel settore energia e gas.

Lega Consumatori Genova partecipa infatti alla nuova edizione del Progetto Diritti a Viva Voce promosso dall’ Autorità Garante per l’Energia elettrica ed il Gas.

L’iniziativa, rivolta a tutti gli utenti delle forniture di gas ed energia elettrica, ha la finalità di tutelare i consumatori nelle problematiche riguardanti tale settore, fornendo adeguata informazione, assistenza e consulenza attraverso efficaci strumenti.

Tale attività viene fornita nelle principali tematiche delle forniture energia-gas tra cui:

  • fatture di conguaglio
  • consumi stimati
  • rateizzazioni
  • contratti ed attivazioni forniture non richieste
  • passaggi da un fornitore ad un altro
  • mancate letture contatore
  • volture e subentri
  • contatore malfunzionante

Le fasi mediante cui si svolge il servizio sono quattro: prima informazione per consigliare l’utente, fornendo un’immediata risposta alla sua segnalazione; approfondimento del problema presso lo sportello nel caso ciò si rendesse necessario; apertura della pratica con la preparazione e l’invio del reclamo per conto del consumatore; avvio della procedura di conciliazione nell’eventualità di reclamo respinto o di mancata risposta finalizzata a risolvere la problematica in  modo semplice ed efficace senza il ricorso alle costose e lunghe vie legali.

Come sottolinea Alberto Martorelli, Vice Presidente Lega Consumatori Liguria e membro della Direzione nazionale “è da evidenziare in particolare la finalità informativa del progetto, ovverosia far conoscere i diritti dei consumatori nel comparto dell’energia e gas, comprendenti anche lo strumento della conciliazione ancora oggi poco conosciuto”.

“L’iniziativa riveste quindi un importanza strategica alla luce dei notevoli cambiamenti che interessano tale complesso settore;  proprio per questo verranno  pubblicati, attraverso gli strumenti di comunicazione della nostra Associazione (sito www.legaconsumatoriliguria.it, profilo fb, comunicati stampa), gli aggiornamenti sulle novità del comparto energia-gas per informare i cittadini; la campagna informativa si svilupperà inoltre mediante incontri pubblici in modo da fornire ai consumatori gli strumenti idonei su come orientarsi, per esempio, tra le diverse offerte commerciali dei gestori o in vista dell’ abolizione del mercato tutelato”

Per qualsiasi ulteriori informazione e per segnalare disservizi subiti potete rivolgervi allo sportello di Lega Consumatori Genova i cui esperti vi aiuteranno a risolvere i problemi relativi alle utenze gas e luce.

Vico Falamonica 1/10 – 16123 Genova,

tel 010/2530640 – fax 010/2476190

genova@legaconsumatori.it

 

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Adiconsum: “Grazie all’Autorità per l’Energia che conclude il suo mandato”

 

“Una relazione puntuale che conclude sette anni di mandato, quella illustrata oggi da Guido Bortoni, Presidente dell’Autorità per l’energia elettrica il gas e il sistema idrico, e in prospettiva anche l’ambiente, che, da un lato, ha analizzato le criticità dei tre servizi, tra i quali il livello di crescita dei reclami dei consumatori, peraltro, ben gestiti, attraverso le conciliazioni, dalle Associazioni Consumatori con la stessa Autorità,  e, dall’altro, ha prefigurato l’impatto delle innovazioni sul mercato e gli utilizzatori, degli investimenti per offrire beni essenziali di qualità, della regolazione integrata delle tariffe a beneficio degli utenti e delle infrastrutture a rete, rivolte sempre più all’utilità del sistema per il consumatore”  – dichiara Carlo De Masi, Presidente di Adiconsum nazionale.

“Sul settore dell’energia elettrica vi sarà l’impegno maggiore sia per l’Autorità che per le Associazioni Consumatori – afferma De Masi. “Tanti, infatti, i cambiamenti in atto: dalla digitalizzazione dell’energia ai contatori elettronici di seconda generazione, dalla trasformazione del semplice consumatore a “prosumer”, fino alla completa liberalizzazione del mercato, prevista per il 1° luglio 2019, che, se non verrà preceduta da una serie di passaggi essenziali, comporterà un aumento, invece che una diminuzione, dei costi per i consumatori”.

“Vogliamo esprimere il nostro ringraziamento al lavoro svolto dall’Autorità in questi sette anni – conclude De MasiCi auguriamo che anche la nuova Autorità intenda proseguire il percorso di collaborazione avviato con le Associazioni Consumatori”.

 

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Stop al roaming internazionale nei paesi UE. Consigli e istruzioni.

Dal 15 giugno è avvenuto il superamento del roaming internazionale. I cittadini dell’UE potranno telefonare, in Europa, pagando le tariffe che pagano nel proprio paese. Un grande passo avanti, che abbiamo sempre giudicato positivamente, che consentirà ai cittadini di non incorrere più in odiosi sovrapprezzi e importi esorbitanti per navigare su internet all’estero (in un paese dell’UE).

Esistono, però, alcune limitazioni e accorgimenti da adottare in relazione a tale importante novità: a tale proposito ecco un breve vademecum redatto dalla Federconsumatori per mettere in guardia gli utenti.

Fair use (corretto utilizzo): è questo il parametro fondamentale su cui si basa la normativa. Il regolamento che abolisce il roaming internazionale per i paesi dell’UE, infatti, si riferisce ai soli viaggi occasionali. Se, invece, l’utente utilizza stabilmente una sim italiana all’estero sarà soggetto al pagamento di un eventuale sovrapprezzo. Nel dettaglio, se un cliente avrà toccato punte di consumo anomalo in almeno 4 mesi, entro due settimane sarà invitato dal proprio operatore a modificare il proprio comportamento. Qualora non lo facesse, la società di telefonia potrà applicare un sovrapprezzo a tutti i servizi. Il tasto dolente è che spetterà alle compagnie decretare gli indicatori utili a distinguere un uso corretto da uno illegittimo: spetterà all’AGCOM vigilare affinché tali parametri fissati dalle aziende siano corretti e non nascondano degli escamotage a danno degli utenti.

Chiamate internazionali: dal 15 giugno, se da un paese dell’UE chiameremo un altro paese dell’UE, tali chiamate rientreranno tra quelle nazionali.

Paesi aderenti: nonostante la brexit, i cui termini non sono ancora stati definiti nel dettaglio, la Gran Bretagna aderisce a questo regolamento e, quindi, rientra tra i paesi in cui si potrà telefonare “come a casa”. Hanno detto sì anche: Norvegia, Lichtenstein ed Islanda. Sono compresi anche i dipartimenti di oltremare quali: Guadalupa, Guyana francese, La Reunion, Mayotte e Martinica. Tra i paesi che non hanno aderito, invece, troviamo la Svizzera e la Repubblica di S. Marino… attenzione, pertanto, ai confini!

Come attivare il roam like at home: l’UE ha deciso che questa sarà la tariffa di base per tutti i piano futuri che includeranno il roaming. Per quanto riguarda, invece, i piani già in essere che includono il regulated roam, saranno modificati automaticamente per includere il roam like at home (traffico come a casa). Se sul proprio piano sono attive delle opzioni relative all’estero è opportuno effettuare una verifica con il proprio operatore ed eventualmente disattivarle. Queste opzioni continueranno ad esistere, dal momento che riguardano anche paesi al di fuori dell’UE.

Limiti: se l’operatore non ha informato esplicitamente i propri clienti di un limite ai dati roaming, si potrà beneficiare all’estero dell’ammontare completo del traffico dati previsto dal proprio contratto nazionale.

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Le spese da calcolare prima di accendere un mutuo

Spese di istruttoria, polizze, imposte: tutti i costi di un mutuo casa di cui bisogna tener conto. Accendere un mutuo comporta molte spese, da non sottovalutare se si desidera avere un’idea precisa dei reali costi del proprio finanziamento. Nonostante ciò, il mutuo è ancora la soluzione più utilizzata da tutti gli italiani che vogliono acquistare casa.

I dati pubblicati dal Rapporto immobiliare residenziale 2017 realizzato dall’Agenzia delle Entrate e dall’ABI (Associazione Bancaria Italiana) hanno rivelato come nel 2016 oltre l’80% delle compravendite di immobili sia stata finanziata con questo strumento. Se quindi si ha il sogno di comprare un immobile e si sta valutando l’ipotesi di richiedere un mutuo, è bene informarsi su tutti quei costi in più che si dovranno affrontare, oltre alle ben note rate mensili.

Tra queste spese accessorie troviamo:

• le certificazioni;
• le spese di istruttoria;
• le spese di perizia;
• le spese notarili;
• le polizze assicurative;
• l’imposta sostitutiva mutuo;
• i costi di gestione.

In questo articolo andremo ad analizzare ognuna di queste voci di spesa, cercando di dare un’idea dell’entità dell’esborso richiesto.

Accendere un mutuo: i documenti necessari.
Per richiedere l’accensione di un mutuo è innanzitutto necessario presentare delle certificazioni, alcune delle quali prevedono per la loro emissione il pagamento di un’imposta di bollo. È il caso ad esempio dell’attestato di iscrizione all’albo o dell’estratto della camera di commercio industria e artigianato, che viene richiesto per alcune categorie di lavoratori autonomi e di liberi professionisti. Indipendentemente dalla propria occupazione, inoltre, bisogna sempre portare all’istituto di credito altri documenti come il certificato di nascita, l’atto di matrimonio (o il certificato relativo allo stato civile), il certificato di abitabilità – che attesta le buone condizioni di sicurezza e di igiene dell’edificio – e la copia dell’ultimo atto di acquisto dell’immobile che si vuole comprare.

Spese di istruttoria
Queste spese vengono richieste dalla banca per l’apertura della pratica e la valutazione della posizione economica e creditizia del richiedente. A seconda dell’istituto di credito possono essere costituite da un importo fisso oppure da una percentuale (attorno all’1%) sul mutuo. Le spese di istruttoria verranno sottratte direttamente dall’importo finanziato.

Spese di perizia e notarili
Sono le spese necessarie per pagare il tecnico (perito) che stima il valore della casa – e verifica che non ci siano anomalie o abusi edilizi – e il notaio che redige l’atto di acquisto. Il primo è spesso selezionato da un elenco di professionisti stilato dalla banca. Il secondo invece può essere scelto dal cliente, e la sua parcella varia molto in base alla superficie e al valore catastale dell’immobile. Nei costi notarili sono incluse anche le tasse dovute allo Stato per l’attività contrattuale.

Le coperture assicurative
Per legge, al momento dell’accensione di un mutuo, si è obbligati alla stipula di un’assicurazione casa incendio e scoppio: questa tutela la banca e il mutuatario da qualsiasi evento che provochi danni all’immobile, come il propagarsi di fiamme, fumo o addirittura esplosioni, a meno che questi eventi non siano imputabili ad un errore o una disattenzione di chi abita in casa. È possibile vengano richieste anche altre coperture, come un’assicurazione sulla vita, per proteggere la banca dal rischio di incidenti che impedirebbero al cliente di rimborsare il prestito, o una polizza rischio impiego, contro l’eventualità della perdita del lavoro da parte del mutuatario.

L’imposta sostitutiva mutuo
Si tratta di una tassa con aliquota equivalente al 2% dell’importo finanziato, che però si riduce allo 0,25% se si tratta dell’acquisto della prima casa e se il mutuo viene concesso da una banca o una finanziaria. Per dare un’idea della sua entità: su un mutuo di 120.000 euro, l’imposta sostitutiva, che verrà trattenuta dalla banca direttamente dall’importo erogato, ammonta a 300 euro. Si possono trovare maggiori informazioni sull’imposta sostitutiva mutuo in questo approfondimento.

Costi di gestione
Infine, una volta aperto il mutuo si dovranno sostenere ogni anno i costi di gestione della pratica: la commissione annua, le spese per l’incasso della rata e quelle per le comunicazioni tra la banca ed il cliente. Questi costi variano in base all’istituto di credito prescelto, e sono in genere azzerati se si sceglie di aprire un finanziamento con una banca online.

CASA DEL CONSUMATORE
Sede Regionale Liguria Salita San Leonardo 9/2 16128 Genova (GE)
Tel: 010/2091060 Fax: 010/8992088
email: liguria@casadelconsumatore.it
Responsabile: Giovanni Ferrari

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Contratti gas e luce: maggior tutela per i consumatori

Lega Consumatori Liguria evidenzia novità importanti nel settore energia e gas.

La prima consiste nella decisione di Enel di non ricorrere più dal 1 giugno alle telefonate per stipulare nuovi contratti di elettricità e gas, evitando così il fastidioso fenomeno del telemarketing aggressivo e delle chiamate moleste per conquistarsi nuovi clienti. In particolare la società contatterà solo i consumatori che sono già clienti di Enel Energia, escludendo il teleselling e quindi le proposte di contratti per i potenziali nuovi clienti sul mercato; in pratica coloro che sono già clienti Enel verranno contattati solamente per dare indicazioni utili alle gestione della fornitura domestica e, per chi ne ha dato il consenso, per illustrare promozioni commerciali a loro dedicate. Rimarranno attivi gli altri canali di vendita: la rete di negozi Enel, i contact center, i canali di vendita porta a porta.

“Tale provvedimento – sottolineano i vertici di Lega Consumatori Liguria Cristina Cafferata ed Alberto Martorelli – risulta apprezzabile e indirizzato verso la direzione corretta, ovverosia evitare pratiche commerciali aggressive nei confronti degli utenti volte ad esercitare pressioni sui consumatori per ottenere l’adesione di nuovi contratti di gas e luce. Naturalmente la nostra Associazione sarà vigile affinché tale comportamento venga effettivamente rispettato, con l’auspicio che questa impostazione sia un esempio da seguire anche da parte delle altre società presenti nel mercato libero.”

L’altra novità è rappresentata dalla recente firma, da parte di Eni e delle Associazioni dei consumatori del Consiglio Nazionale Consumatori e Utenti (CNCU) di cui fa parte Lega Consumatori, di un Protocollo per prevenire le attivazioni contrattuali non richieste. ll protocollo di autoregolamentazione prevede l’istituzione di un Osservatorio congiunto Eni-Consumatori, con lo scopo di contribuire alla prevenzione delle attivazioni contrattuali non richieste tramite l’ulteriore rafforzamento della tutela dei consumatori, grazie a appositi strumenti come un modulo online per le segnalazioni sul sito di Eni. Anche in questo caso, rilevano gli esperti di Lega Consumatori Liguria, “l’iniziativa è da considerarsi un passo in avanti per limitare una delle problematiche maggiormente segnalate dagli utenti e dalle Associazioni dei consumatori, ovverosia l’attivazione dei contratti non richiesti”. Al riguardo è importante evidenziare che, nel caso in cui si verifichi tale problema, occorre inviare, entro 14 giorni dal ricevimento della lettera di conferma della presunta adesione del nuovo gestore, una raccomandata con ricevuta di ritorno per esercitare comunque il recesso e avviare in tal modo la contestazione.

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Mutuo, se non paghi 7 rate rischi di perdere la casa

Allarme tra i clienti delle banche che hanno contratto mutui ipotecari.
Con 7 rate saltate del mutuo, le banche possono diventare proprietarie delle case per cui il finanziamento è stato erogato, per venderle e incassare quanto spetta loro senza passare dal Tribunale: questa la novità che verrebbe introdotta con un dlgs che recepisce una direttiva europea sulla trasparenza dei contratti stipulati da banche e clienti.

Ma come è possibile? Continua a leggere

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Comprare casa col rent to buy

COMPRO o VADO IN AFFITTO? leggi la guida 

Prosegue la collaborazione fra Notariato e Consumatori che lanciano oggi una guida dedicata a una nuova modalità di acquisto della casa: il rent to buy. Il contratto di questo tipo è stato introdotto nel nostro ordinamento dal Decreto Sblocca Italia del 2014. Si tratta di “uno strumento recente, ancora poco utilizzato in Italia che, soprattutto in un momento di crisi economica, può essere un’opportunità per chi desidera comprare casa ma non dispone subito della liquidità necessaria”, spiega il Notariato.

Con il rent to buy infatti l’acquisto avviene in un secondo tempo ma la disponibilità dell’immobile è immediata, a fronte del pagamento di un canone di cui una parte è da imputare all’utilizzo e un’altra al prezzo finale di vendita in caso di conferma da parte del conduttore-acquirente”: così Notariato e Consumatori nella Guida per il Cittadino Il rent to buy e altri modi per comprare casa”, realizzata dal Consiglio Nazionale del Notariato in collaborazione con 12 tra le principali Associazioni dei Consumatori, (Adiconsum, Adoc, Altroconsumo, Assoutenti, Casa del Consumatore, Cittadinanzattiva, Confconsumatori, Federconsumatori, Lega Consumatori, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, Unione Nazionale Consumatori).

La pubblicazione vuole offrire un’informazione chiara e trasparente su questa nuova modalità di acquisto di casa, su vantaggi e svantaggi e sugli obblighi sia per il venditore sia per l’acquirente, nonché sulle tutele previste dalla legge. Il vademecum infatti spiega quello che c’è da sapere sul contratto di rent to buy: quali sono gli obblighi del venditore e del futuro acquirente, quali regimi fiscali si applicano e chi paga le imposte legate all’immobile; a chi spettano i diritti e gli oneri condominiali; come si gestiscono le spese legate l’ordinaria manutenzione e alle riparazioni straordinarie. Inoltre, cosa succede se il conduttore decide di non comprare l’immobile e in caso di fallimento del venditore o del futuro acquirente. È importante sapere, inoltre, che il contratto di rent to buy può essere ceduto dal conduttore a terzi prima della sua scadenza e si può applicare anche agli immobili in costruzione.

Come spiega il Notariato in una nota, la Guida (scaricabile dal sito online del Notariato e delle associazioni dei consumatori) nasce proprio dall’esigenza di dare ai cittadini un’informazione completa su questa formula di acquisto, che può essere utile in un momento di difficoltà di accesso al credito. La guida offre poi un approfondimento anche sulle modalità di acquisto alternative alla classica compravendita: come la locazione con patto di futura vendita; la vendita con riserva della proprietà; la vendita a prezzo rateizzato con iscrizione dell’ipoteca legale; il preliminare ad effetti anticipati specificando vantaggi e svantaggi per entrambe le parti.

Soffermandosi in particolare sul rent to buy – che si può applicare a qualsiasi immobile, dagli appartamenti ai negozi – il Notariato sottolinea l’importanza della trascrizione. “Il decreto Sblocca Italia introduce la possibilità di trascrivere – attraverso l’intervento del notaio – il contratto nei Registri Immobiliari fino a un massimo di 10 anni. La trascrizione è fondamentale perché vale come vera e propria prenotazione dell’acquisto dell’immobile. Di conseguenza, quest’ultimo non potrà essere venduto a qualcun altro, né potrà essere concessa un’ipoteca su di essa, né costituita una servitù passiva o qualsiasi altro diritto pregiudizievole. Il vincolo vale anche nei confronti degli eventuali creditori del venditore, i quali non potranno iscrivere ipoteche sull’immobile promesso in vendita, né pignorarlo. Con la trascrizione del rent to buy, infatti, l’immobile è “riservato” al futuro acquirente, e qualsiasi trascrizione o iscrizione non avrebbe effetto nei suoi confronti”.