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Esenzione dal Canone Rai? Con Assoutenti è semplice, veloce e gratis!

E’ passato meno di un mese da quando l’Agenzia delle Entrate ha presentato il modulo da utilizzare per dichiarare di non possedere la TV ed evitare così l’addebito del Canone Rai nella bolletta dell’energia elettrica. Chi non possiede il televisore adesso si deve affrettare: per ottenere l’esenzione per tutto l’anno 2016 il modulo va inviato entro il 30 Aprile 2016 se si utilizza la via postale, oppure entro il 10 Maggio se si utilizza la via telematica. (ATTENZIONE: se si procede dopo tali date ma comunque entro il 30 Giugno 2016, si ottiene l’esenzione solo per il secondo semestre 2016, mentre tutte le dichiarazioni presentate dopo il 1 Luglio 2016 avranno effetto per l’anno 2017)

Un piccolo inghippo però si è presentato a tutti coloro che hanno provato ad inviare la loro esenzione pervia telematica: vengono richieste le credenziali Fisconline. Nessun problema o costo per ottenerle, per chi non le abbia già: bisogna registrarsi online (riportando alcuni dati di riconoscimento tratti dall’ultima dichiarazione dei redditi) e ottenere così i primi 4 caratteri del PIN di autenticazione; poi però è necessario attendere circa 15 giorni l’invio postale dei restati 6 caratteri necessari per essere pienamente abilitati all’invio. Questo vuol dire che i meno tempestivi ormai rischiano di non essere più in tempo!!

L’alternativa? Inviare l’esenzione per via postale, peccato che l’unico modo sia farlo tramite raccomandata, pagandone il costo ovviamente! (RICORDA: va inviata in plico senza busta, con allegata copia del documento di riconoscimento, indirizzandola a AGENZIA DELLE ENTRATE – Ufficio di Torino 1 – S.A.T Sportello Abbonamenti TV – Casella Postale 22 – 10121 Torino)

Ma perchè gli utenti dovrebbero spendere dei soldi per chiedere l’esenzione da un servizio di cui non intendono avvalersi? Assoutenti, in collaborazione con il CAF, offre una soluzione, in modo che i consumatori siano ancora in tempo per inviare l’esenzione online. Basterà recarsi presso uno dei nostri sportelli con il modulo di esenzione compilato (anche senza il PIN ovviamente) e la fotocopia di undocumento d’identità: noi consegneremo tutto al CAF che inoltrerà immediatamente la richiesta, senza dover aspettare i 15 giorni previsti per l’arrivo delle ultime cifre del PIN. Niente attese, niente costi per la raccomandata: ottenere l’esenzione sarà gratuito per tutti i nostri associati!

Rivolgetevi subito ad uno dei nostri sportelli: dire no al Canone Rai con Assoutenti è semplice, veloce e gratuito!

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Tari 2016: niente aumenti sulla tariffa e sconti per le famiglie numerose

Buone notizie per i genovesi: in seguito all’incontro avvenuto questa mattina tra le associazioni dei consumatori, l’amministrazione comunale e i vertici di Amiu è emerso che quest’anno non ci saranno aumenti sulla Tassa sui Rifiuti. Non solo, in particolare le famiglie composte da 5 o più persone, pagando puntuale la Tari, otterranno una diminuzione della tariffa, che varierà in media dai 10 ai 50 euro risparmiati per ciascun nucleo familiare. Saranno circa 2400 famiglie quindi a beneficiare di questa agevolazione, per tutte le altre invece la tariffa resterà invariata: cambierà la ripartizione tra la quota fissa e quella di conferimento, ma il costo complessivo (pari a circa 126 milioni) rimarrà lo stesso dello scorso anno.

Un primo risultato positivo, ottenuto grazie alle richieste avanzate a gran voce dal CLCU (Coordinamento Ligure Consumatori Utenti, che raccoglie Adiconsum, Adoc, Assoutenti, Casa del Consumatore, Codacons, Lega Consumatori, Movimento Difesa Del Cittadino) e da ADIRCONS (Agenzia per i Diritti dei Consumatori, di cui fanno parte Federconsumatori e Sportello del Consumatore) e che si inserisce in un contesto tutt’altro che facile per la Liguria sul piano dello smaltimento rifiuti, dopo la chiusura della discarica di Scarpino e il conseguente conferimento fuori regione.

Un segnale positivo anche per il nuovo percorso, già avviato a Genova, di raccolta differenziata che porterà gradualmente ad un sistema porta a porta.

“Il nuovo metodo di raccolta porta a porta dovrà necessariamente essere modulato in base alla morfologia della città, dei quartieri e alle esigenze eterogenee dei cittadini, in modo da rendere più efficace la differenziata”, sottolineano Stefano Salvetti e Calogero Pepe, presidenti rispettivamente del CLCU e di ADIRCONS. “Le associazioni mantengono aperto un tavolo di confronto con l’amministrazione comunale e Amiu proprio per predisporre al meglio il nuovo piano industriale e veicolare la raccolta differenziata, calibrarne termini e modalità sulla base delle richieste dei consumatori ed ottenere così, a percorso ultimato, un’ulteriore diminuzione tariffaria”.

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#SalvaMedici, RCI contro ddl in discussione al Senato

E’ in discussione al Senato dopo la Camera il ddl N2224 da noi ribattezzato #SalvaMedici. Le norme che si vanno ad introdurre non tutelano i medici coscienziosi, tutelano i medici che commettono gravissimi errori.

Si può comprendere che il relatore della legge già Presidente della FNOM, la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici, come già il relatore alla Camera l’On.le Gelli, anch’esso appartenente alla classe medica, rischiano di avere durante i lavori parlamentari una visione difensiva della legge, ma il Parlamento è chiamato a fare leggi non a favorire lobbies, ma la tutela generale del cittadino.

Oltre a rilevare un’evidente conflittualità di interesse, a questo punto riteniamo che non ci possa essere la serenità per garantire una vera riforma della responsabilità medico professionale, di cui pur si avrebbe una grande necessità, ma soprattutto per recuperare il necessario rapporto medico-paziente, già segnato dalle troppe disfunzioni di sistema e dalla lenta e inesorabile discesa della qualità formativa e accademica delle nostre università. Proprio a causa delle disfunzioni di sistema, che stanno generando sempre più una perdita del valore professionale e della qualità in genere, oltre che a posizioni difensive da ambo i lati, paziente e medico, che necessariamente portano ad un allontanamento.

Dalla nostra esperienza (anche se potrebbe apparire troppo sbilanciata a favore del cittadino), riteniamo che questo DdL sia allo stesso tempo eccessivamente pro categoria ed eccessivamente contro i cittadini. Sembrerebbe oggettivamente una legge per gli ordini, e il rischio più evidente se venisse approvata, è chenessuna responsabilità sia di natura civile che di natura penale, potrà essere più accollata all’operatore sanitario che commette gravissimi errori.

In conclusione

1. Questa legge aggraverà i costi per le strutture sanitarie

2. Aumenterà il conflitto con grave perdita di fiducia del cittadino

3. Spinge verso la privatizzazione del rapporto in quanto il cittadino (sempre che possa permetterselo) sarà orientato a scegliersi privatamente un medico con cui ha un rapporto fiduciario. In questo modo si dà l’ultima mazzata al principio universalistico che ispirava il SSN della L.833/78.

4. Aumenterà la medicina difensiva: gli operatori saranno ulteriormente spinti a seguire pedissequamente linee guida cavillose ed obsolete, con previsione di esami inutili e dannosi.

5. Nessuna responsabilità potrà essere dichiarata nei confronti del sanitario

6. I risarcimenti, quando ottenuti, saranno irrisori

7. Si metterà in moto una richiesta estensiva di questa deregulation da parte di tutte le categorie di professionisti

8. Lo Stato si priva del potere di regolare una materia mettendola in mano a soggetti privati privi di adeguate garanzie di imparzialità ed in evidente posizione di conflitto d’interessi.

Per aderire alla Petizione Fermiamo il #SalvaMedici CLICCA QUI!

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Polizze vita “dormienti”: arrivano nuovi rimborsi

Lega Consumatori Liguria segnala che a seguito della recente decisione del Ministero dello Sviluppo Economico, dal 23 febbraio sino all’ 8 aprile 2016 è possibile presentare alla Concessionaria servizi assicurativi pubblici- Consap Spa-la richiesta di rimborso parziale delle polizze dormienti che sono andate in prescrizione prima del 1° aprile 2010 ed ottenere quindi il frutto dei propri risparmi o di quelli dei familiari defunti.

Come evidenziano Cristina Cafferata ed Alberto Martorelli, rispettivamente Presidente e Vice Presidente Regionale di Lega Consumatori Liguria, “parliamo delle cosiddette polizze dormienti, i cui soldi sono appunto stati trasferiti al Fondo dormienti, e che ora è possibile “risvegliare” seguendo un’apposita procedura, a seguito della riapertura dei termini”.

Nel dettaglio, si può richiedere il rimborso delle polizze dormienti con queste caratteristiche:

-l’evento (es.: morte dell’assicurato) o la scadenza della polizza che determinano il diritto a riscuotere il capitale assicurato, sono avvenuti dopo il 1° gennaio 2006;

-la prescrizione di tale diritto deve essere avvenuta prima del 1° aprile 2010;
la compagnia di assicurazione o la banca (l’intermediario) che ha venduto la polizza non ha liquidato il capitale perché la polizza era prescritta e già trasferita al Fondo rapporti dormienti;

-Il beneficiario non ha già avuto alcun rimborso anche parziale dalle precedenti iniziative.

Per prima cosa occorre chiedere alla compagnia assicurativa l’attestazione in cui dichiara di aver devoluto la polizza al Fondo dormienti; quindi è necessario inviare la domanda, preferibilmente mediante raccomandata a.r.,presente sul sito internet della Consap in cui sono illustratenell’Avviso di rimborsabilità le indicazioni per riscuotere la polizza, quali documenti allegare ed i chiarimenti su come si stabilisce il rimborso parziale (fino ad un massimo del 70%) dell’ importo della polizza.

Per sapere se la richiesta è andata a buon fine bisognerà aspettare la fine di novembre 2016quando il Ministero indicherà chi avrà diritto al pagamento (che avverrà entro la fine di gennaio 2017).

Il Ministero dello Sviluppo economico ha stanziato 3,5 milioni di eurodestinati ai rimborsi. Se la domanda sarà accolta, però,verrà pagato solo il 70% dell’importo della polizza; in aggiunta, se le richieste saranno superiori alle risorse disponibili, si procederà a un rimborso parziale anche della quotadel 70%.

Come sottolineano Cafferata e Martorelli, è dunque fondamentale che i cittadini interessati provvedano a presentare la domanda entro e non oltre l’ 8 aprile 2016 e proprio per questoLega Consumatori Liguria invita quindi gli utenti anzitutto a verificare se si è intestatari o beneficiari di una polizza vita oggetto del provvedimento in questione; quindi per avere informazioni, assistenza e ritirare il modulo finalizzato alla richiesta di rimborso, è possibile rivolgersi agli sportelli di Lega Consumatori presenti in Liguria (Tel. 010/2530640).

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Mutui, parte la “Quaresima dei consumatori”: 10 giorni di digiuno contro l’esproprio case

Con 7 rate saltate nel pagamento del mutuo, anche non consecutive, le banche potranno diventare proprietarie delle case per cui il finanziamento è stato erogato senza passare dal Tribunale: questa la novità che verrebbe introdotta con un dlgs che recepisce una direttiva europea sulla trasparenza dei contratti stipulati tra banche e clienti.

Dopo la polemica montata negli ultimi giorni, sembra che la maggioranza proporrà in Commissione Finanze modifiche che consentiranno alle banche di entrare in possesso dell’abitazione ipotecata dopo il mancato pagamento di 18 rate del mutuo e che questa facoltà non possa essere retroattiva. Correzioni che però non bastano per sistemare un decreto che, ispirato da una logica transatlantica e puritana dove la povertà nella fede è peccato e nella società è reato, si inserisce in quel processo in atto di distruzione di qualsiasi forma distato sociale.

Si è parlato di “regalo alle banche”, ma la questione è più complessa. All’interno del sistema bancario si sta combattendo una battaglia sostanziale, quella tra la politica di tutela del piccolo risparmio e quella ispirata a una idea spregiudicata di finanza speculativa separata dai valori sociali e imprenditoriali che proteggono costituzionalmente il credito. L’importanza del ruolo degli Istituti di credito è innegabile, non tutti i banchieri contribuiscono ad alimentare la macchina della corruzione, ma è altresì fondamentale riportare nelle banche la buona moneta del piccolo risparmio, che andrebbe maggiormente tutelato e che invece viene soffocato dalle regole spietate del “Dio Denaro”.

Operazioni di strozzinaggio dei crediti in sofferenza, come quella che potrebbe essere messa in atto il 21 marzo, data limite entro la quale la direttiva dovrà essere obbligatoriamente tradotta in decreto legislativo, sono inaccettabili.

Rete Consumatori Italia, da sempre al fianco dei diritti dei consumatori, sarà anche questa volta in prima linea:

  • Incontrandosi con i Gruppi parlamentari per chiedere uprofonde modifiche al decreto;

  • Chiedendo un’audizione urgente del Governo in occasione dell’incontro del Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti – Cncu del prossimo 17 marzo;

  • Mettendo in atto uno serrato sciopero della fame a partire da sabato 12 marzo, per la durata di 10 giorni, in 3 “centri del digiuno” a Roma, Milano e Genova

Non intendiamo perdere questa battaglia, la Quaresima dei consumatori andrà avanti finché il Governo non vorrà ascoltare le nostre ragioni, quelle di tutti i consumatori, e modificare profondamente il decreto”, hanno dichiarato i presidenti Furio Truzzi (Assoutenti), Giovanni Ferrari (Casa del Consumatore), Ivano Giacomelli (Codici) promotori di Rete Consumatori Italia.

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Mutuo, se non paghi 7 rate rischi di perdere la casa

Allarme tra i clienti delle banche che hanno contratto mutui ipotecari.
Con 7 rate saltate del mutuo, le banche possono diventare proprietarie delle case per cui il finanziamento è stato erogato, per venderle e incassare quanto spetta loro senza passare dal Tribunale: questa la novità che verrebbe introdotta con un dlgs che recepisce una direttiva europea sulla trasparenza dei contratti stipulati da banche e clienti.

Ma come è possibile? Continua a leggere

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Tariffe sui cellulari, scatta la tredicesima: si paga ogni 28 giorni

“Costo e contenuto dell’offerta rimangono invariati”, così recita parte del messaggio che diversi operatori di telefonia mobile stanno inviando per annunciare il cambio di durata delle loro promozioni, che passa da 30 a 28 giorni. E sono tanti i clienti che ci cascano! A conti fatti le cose non stanno proprio così, pagando ogni 4 settimane in pratica le compagnie si accaparrano una sorta di “tredicesima“: al posto di 12 rinnovi infatti in un anno i clienti si ritroveranno a pagarne 13.

Ormai è dalla scorsa estate che gli operatori telefonici stanno portando da 30 a 28 giorni l’unità di misura temporale dei propri piani tariffari. L’ultima comunicazione in ordine temporale arriva da Vodafone, che proprio in questi giorni sta inviando messaggini ai suoi fedelissimi che si erano “salvati” al momento della variazione dello scorso anno, poiché avevano attiva un’offerta con rinnovo mensile. L’infelice novità, però, adesso toccherà anche a loro: dal 13 marzo 2016, infatti, anche questi utenti dovranno effettuare il ”rinnovo mensile” della propria offerta ogni 4 settimane.

Dal momento in cui i clienti riceveranno l’SMS da Vodafone avranno 30 giorni di tempo per esercitare ildiritto di recesso senza penale, (art. 70 comma 4 del Decreto legislativo 1° agosto 2003 n. 259 e delle Condizioni generali di contratto – informati su disattivazioni e recessi). Attenzione però: nel caso la tariffa sia abbinata all’acquisto a rate di uno smartphone o di un tablet si dovranno pagare tutte le rate rimanentiper completare appunto l’acquisto del device.

Ma non è tutto. Alcune vecchie offerte, addirittura, saranno sostituite con altre più recenti, d’emblée, senza possibilità di intervenire, se non cambiando operatore (informati sul cambio condizioni tariffarie). Alla faccia delle tanto declamate offerte “per sempre”, verrebbe da dire! Mesi interi di pubblicità per conquistare clienti promettendo tariffe che non ci avrebbero mai più abbandonato, e poi finisce tutto nel dimenticatoio così?

Sul caso è intervenuta l’Agcom che, dopo le dovute indagini, ha rilevato che “sul piano economico, l’effetto della nuova modalità di tariffazione implica un aumento medio annuo della spesa compresa tra il 7 e l’8%” e ha inviato una segnalazione all’Antitrust.

Un danno inaccettabile per i consumatori che, dopo aver accettato tariffe e promozioni ben precise, si ritrovano cambiate le carte in tavola dall’oggi al domani”, hanno dichiarato Furio TruzziGiovanni Ferrari e Ivano Giacomelli, presidenti rispettivamente di Assoutenti, Casa del Consumatore e Codici. Rete Consumatori Italia, pertanto, ha deciso di avanzare da subito richiesta all’Agcom affinchè l’Antitrust obblighi le aziende a rimborsare l’indebita percentuale percepita in più e valuti eventuali sanzioni per le pratiche commerciali scorrette messe in atto.

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Banca Carige, campagna trasparenza: informare per scegliere

Promossa dalla Direzione Commerciale di Banca Carige e dall’Istituto Ligure per il Consumo, si sta avviando in questi giorni un’iniziativa indirizzata a diffondere sul territorio un corretta informazione sulle nuove norme riguardanti il sistema bancario europeo e in particolare sul tema del “bail in”, che ha causato parecchia apprensione e incertezza tra i risparmiatori.

 

All’operazione di informazione trasparente le associazioni affiancheranno un appello-petizione, dichiarano il presidente di Assoutenti e dell’Istituto Ligure per il Consumo, Furio TruzziStefano Salvetti, presidente di Adiconsum, Calogero Pepe, presidente di Federconsumatori.

 “Facciamo appello ai parlamentari liguri, al presidente della Regione, ai sindaci della Liguria, alle associazioni delle imprese e dei lavoratori affinché intervengano sulla Presidenza del Consiglio per un nuovo patto strategico che, nella massima trasparenza e nell’interesse dei risparmiatori, delle imprese, dei lavoratori e degli utenti dei servizi bancari, rafforzi il sistema bancario al servizio del risparmio e dell’economia nazionale, valorizzi gli istituti di credito come una risorsa per il Paese e solleciti misure urgenti per la massima trasparenza, anche al fine di limitare le manovre speculative internazionali. In particolare, facciamo appello perchè si diffonda una corretta informazione sullo strumento del bail-in di ampia tutela dei correntisti e dei risparmiatori e si consideri il principale istituto bancario ligure Banca Carige una risorsa per l’economia regionale, che garantisce lavoro ad oltre 3.000 dipendenti, crediti a 25.000 imprese e sicurezza ai conti conti correnti di oltre 400.000 liguri“.

Nell’arco delle prossime due settimane sono in programma 23 incontri, dal titolo “La banca e il cliente di fronte alle nuove norme. Il bail in tra rischi e tutela del risparmio”, in cui verranno capillarmente raggiunti sia i quartieri genovesi che le località di tutta la Liguria.

Nel corso del roadshow interverranno i responsabili della Rete Operativa di Banca Carige, gli esperti della Direzione Finanza della banca, che illustreranno gli aspetti tecnici delle nuove norme, e l’Istituto Ligure per il Consumo, ente che riunisce numerose associazioni a difesa dei consumatori, con i propri esponenti locali.

Il progetto informativo prevede anche che le associazioni dei consumatori aderenti all’Istituto Ligure del Consumo mettano a disposizione di correntisti e risparmiatori i propri social e siti web, gli sportelli e gli esperti delle Associazioni  al fine di raccogliere esigenze e problemi, risolverli con la conciliazione e sostenere una operazione trasparente sulla tutela dei propri denari e sullo stato di salute del primo Istituto di credito della Liguria.

L’intenso ciclo di incontri di educazione finanziaria si affianca alla campagna di trasparenza promossa sui principali mezzi di comunicazione da Banca Carige, volta ad informare il grande pubblico sui principali indicatori di solidità e sicurezza che la banca ha raggiunto dopo l’importante opera di rafforzamento degli ultimi due anni.

I pilastri su cui si fonda Banca Carige oggi sono:

– il core tier1, l’indice che misura la solidità del patrimonio, è del 12,2% contro una media dell’11,3%rilevata nelle altre principali banche commerciali italiane;

– la copertura dei crediti in sofferenza in Carige arriva al 60,4% a fronte di una media del sistema bancario italiano del 55,3%;

– l’indice di leva finanziaria, che misura la copertura dell’esposizione finanziaria complessiva, è al 7,88% rispetto allo 6,07% della media di sistema e al 3% minimo richiesto dalle norme di Vigilanza.

Tali risultati sono stati ottenuti dopo che Banca Carige, sotto diretto controllo della BCE e con il sostegno fondamentale di molti azionisti del territorio, ha messo in sicurezza il bilancio con due aumenti di capitale.

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Comprare casa col rent to buy

COMPRO o VADO IN AFFITTO? leggi la guida 

Prosegue la collaborazione fra Notariato e Consumatori che lanciano oggi una guida dedicata a una nuova modalità di acquisto della casa: il rent to buy. Il contratto di questo tipo è stato introdotto nel nostro ordinamento dal Decreto Sblocca Italia del 2014. Si tratta di “uno strumento recente, ancora poco utilizzato in Italia che, soprattutto in un momento di crisi economica, può essere un’opportunità per chi desidera comprare casa ma non dispone subito della liquidità necessaria”, spiega il Notariato.

Con il rent to buy infatti l’acquisto avviene in un secondo tempo ma la disponibilità dell’immobile è immediata, a fronte del pagamento di un canone di cui una parte è da imputare all’utilizzo e un’altra al prezzo finale di vendita in caso di conferma da parte del conduttore-acquirente”: così Notariato e Consumatori nella Guida per il Cittadino Il rent to buy e altri modi per comprare casa”, realizzata dal Consiglio Nazionale del Notariato in collaborazione con 12 tra le principali Associazioni dei Consumatori, (Adiconsum, Adoc, Altroconsumo, Assoutenti, Casa del Consumatore, Cittadinanzattiva, Confconsumatori, Federconsumatori, Lega Consumatori, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, Unione Nazionale Consumatori).

La pubblicazione vuole offrire un’informazione chiara e trasparente su questa nuova modalità di acquisto di casa, su vantaggi e svantaggi e sugli obblighi sia per il venditore sia per l’acquirente, nonché sulle tutele previste dalla legge. Il vademecum infatti spiega quello che c’è da sapere sul contratto di rent to buy: quali sono gli obblighi del venditore e del futuro acquirente, quali regimi fiscali si applicano e chi paga le imposte legate all’immobile; a chi spettano i diritti e gli oneri condominiali; come si gestiscono le spese legate l’ordinaria manutenzione e alle riparazioni straordinarie. Inoltre, cosa succede se il conduttore decide di non comprare l’immobile e in caso di fallimento del venditore o del futuro acquirente. È importante sapere, inoltre, che il contratto di rent to buy può essere ceduto dal conduttore a terzi prima della sua scadenza e si può applicare anche agli immobili in costruzione.

Come spiega il Notariato in una nota, la Guida (scaricabile dal sito online del Notariato e delle associazioni dei consumatori) nasce proprio dall’esigenza di dare ai cittadini un’informazione completa su questa formula di acquisto, che può essere utile in un momento di difficoltà di accesso al credito. La guida offre poi un approfondimento anche sulle modalità di acquisto alternative alla classica compravendita: come la locazione con patto di futura vendita; la vendita con riserva della proprietà; la vendita a prezzo rateizzato con iscrizione dell’ipoteca legale; il preliminare ad effetti anticipati specificando vantaggi e svantaggi per entrambe le parti.

Soffermandosi in particolare sul rent to buy – che si può applicare a qualsiasi immobile, dagli appartamenti ai negozi – il Notariato sottolinea l’importanza della trascrizione. “Il decreto Sblocca Italia introduce la possibilità di trascrivere – attraverso l’intervento del notaio – il contratto nei Registri Immobiliari fino a un massimo di 10 anni. La trascrizione è fondamentale perché vale come vera e propria prenotazione dell’acquisto dell’immobile. Di conseguenza, quest’ultimo non potrà essere venduto a qualcun altro, né potrà essere concessa un’ipoteca su di essa, né costituita una servitù passiva o qualsiasi altro diritto pregiudizievole. Il vincolo vale anche nei confronti degli eventuali creditori del venditore, i quali non potranno iscrivere ipoteche sull’immobile promesso in vendita, né pignorarlo. Con la trascrizione del rent to buy, infatti, l’immobile è “riservato” al futuro acquirente, e qualsiasi trascrizione o iscrizione non avrebbe effetto nei suoi confronti”.

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TUTTI PAZZI PER I SALDI: come approfittare degli sconti evitando le fregature!

Ultime ore di stop nella maratona degli acquisti. Dopo la tregua dei giorni post natalizi riparte la frenesia dello shopping compulsivo, anzi forse sarebbe più realistico dire che stiamo per raggiungere il picco massimo. Infatti da martedì 5 gennaio, vigilia dell’Epifania, per 45 giorni, cioè fino a giovedì 18 febbraio, le vetrine dei commercianti della Liguria saranno un fiorire di sconti di fine stagione. Ma più le offerte sono allettanti, più diventa facile incappare in qualche fregatura, per quanto limitata alla disonestà di singoli commercianti che danneggiano anche la loro categoria, che generalmente opera nella piena correttezza. E allora come si può evitare di guastare la gioia dei saldi? Come sempre ci pensano le associazioni dei consumatori a fornire tutti i consigli d’oro per non sbagliare!

Prima di tutto è sempre bene tenere lo scontrino da parte, perché anche i capi acquistati in svendita possono essere cambiati. Il negoziante deve farlo per legge, soprattutto se l’articolo è difettoso. Se il prodotto è terminato, il cliente ha diritto alla restituzione dei soldi e non al buono. Bisogna considerare che si hanno due mesi di tempo per far presente al negoziante un capo difettoso e non i sette giorni come spesso viene indicato da chi vende.

Il capo va comunque controllato bene prima di essere acquistato, non solo se è difettoso, ma anche che non stiate prendendo un fondo di magazzino. Il saldo, infatti, riguarda solo i prodotti della stagione in corso. Per ovviare a questo problema, basta fare un giro prima dell’inizio degli sconti e vedere la quantità di merce esposta; acquistare nei negozi di fiducia, inoltre, permette anche di evitare problemi incresciosi ma anche di verificare il prezzo, insomma che sia un saldo vero e non un prezzo gonfiato ad arte per l’occasione.

Le associazioni dei consumatori propongono di fare una lista degli oggetti che servono realmente, in modo da non spendere in maniera eccessiva e per articoli che magari non sono utili. Per acquisti sicuri è anche bene guardare l’etichetta del capo di abbigliamento scelto, così da verificare la composizione (le fibre naturali, ad esempio, costano di più delle sintetiche). Occhio anche a percentuali di sconto elevate oltre il 50%, soprattutto nei primi giorni. Controllate bene i cartellini, che devono indicare il prezzo vecchio, quello nuovo e la percentuale di sconto applicata. E verificate, onde evitare spiacevoli sorprese alla cassa, che il capo acquistato sia in saldo e non nuovo e inserito per sbaglio come merce in promozione, i capi devono essere ben separati all’interno del negozio. Anche con i saldi si ha la possibilità di pagare con le carte e non solo in contanti, quindi non fidatevi subito di quello che vi dicono alcuni commercianti, verificate.

Tutti questi preziosi consigli, però, possono non essere sufficienti per non cadere nelle trappole dei saldi. In questo caso saranno direttamente le associazioni dei consumatori ad intervenire per tutelare i vostri diritti: chi ritiene di essere vittima di una fregatura può chiamare il numero verde 800 180431 o scrivere alla mail info@consumatoriliguria.it .